lunedì 14 marzo 2011

Premier: niente forzature. Fini: dialoghiamo

Scoppia caso Ingroia, ma Alfano assicura: non procederò contro il pm

"Sono coraggioso, temerario, forse anche un po' eroico e matto e ho detto 'variamo subito questa importante riforma e lo abbiamo fatto nel Consiglio dei ministri di giovedi' ": lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con una convention del Pdl in corso a Torino, riferendosi alla decisione di varare la riforma della giustizia.
"Anche i pm sono cittadini come gli altri" e "se sbagliano devono pagare", ha aggiunto il premier.


"Le carriere separate dei giudici e dei magistrati - ha sottolineato Berlusconi - esistono in tutto il mondo, sono la regola, e l'autonomia dell'azione penale secondo la legge significa solo che anche i pm sono cittadini come gli altri e devono rispettare le norme e le priorità che sono indicate dal parlamento". La stessa cosa è valida per "la responsabilità civile dei magistrati: se sbagliano - ha detto Berlusconi - devono pagare perché questo è il minimo richiesto in uno stato di diritto". "Quindi - ha concluso Berlusconi - non c'é nulla in questa riforma che possa far gridare allo scandalo o suscitare indignazione".
"Non faremo forzature; ci sarà invece l'impegno ad adeguare il nostro Paese a quanto avviene negli Usa, in Francia, in Gran Bretagna", ha aggiunto Berlusconi.
ALFANO PER RITIRO NORMA TRANSITORIA PROCESSO BREVE - ''Proporro ' il ritiro della norma transitoria sul processo breve''. Lo ha assicurato il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso di ''in mezz'ora'', spiegando tuttavia di non aver ''mai considerato la ragionevole durata del processo come una norma ad personam verso Berlusconi''.
''Sulle intercettazioni siamo pronti a entrare nel merito e a confrontarci senza pregiudizi per arrivare a un testo il piu' possibile condiviso'', ha assicurato Alfano.
Non ci sara' una richiesta di procedimento disciplinate nei confronti del pm Antonio Ingroia che ieri e' intervenuto dal palco alla manifestazione della ''Costituzione-day''. Lo ha detto Alfano. Alla domanda se, dopo le polemiche suscitate dall'intervento del magistrato, il ministro avesse intenzione di promuovere un'iniziativa disciplinare Alfano ha replicato: ''Non ci penso proprio''. Il ministro non ha neppure ritenuto di chiedere, come fa il ''Giornale'', le dimissioni di Ingroia. ''Ha partecipato - ha detto - a una manifestazione contro il governo. Ci mancherebbe che la politica si mettesse a chiedere le dimissioni di un magistrato. Ma ne deve rispondere alla sua coscienza, alla legge e alla deontologia''. Alfano ha assicurato di non avere nulla nei confronti del pm palermitano e ha ricordato che anzi, quando ottenne l'incarico di procuratore aggiunto di Palermo, ha subito concesso l'immissione in possesso malgrado la pendenza di alcuni ricorsi.

FINI: GIUSTO DIALOGO, NON E' AD PERSONAM
- "E' giusto sedersi al tavolo, con diffidenza ma senza pregiudizi, e discutere di questa riforma della giustizia, il cui testo non è ad personam e quando Berlusconi lo dice, dice una cosa vera, anche se bisogna capire meglio lo spirito di questa riforma". Lo ha detto il presidente della Camera e leader di Fli Gianfranco Fini intervistato da Maria Latella a Sky Tg24. "Io non dico che la Costituzione è intangibile e chi lo dice non ricorda che la stessa Carta prevede la possibilità di modifiche. Bisogna però vedere come avvengono: non si può cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza, occorre lo sforzo di maggioranze condivise".

BERLUSCONI: NON E' AD PERSONAM E RISPETTA CARTA
  - "Non è una legge ad personam, non é una riforma per una persona o contro una persona, perché non si applica ai processi in corso e quindi l'opposizione non potrà dire che si applica ai miei processi. E' una riforma per gli italiani, è rispettosa dei principi costituzionali, ha come obiettivo - come ho appena detto e lo ripeto - il giusto processo e una giustizia finalmente giusta nell' interesse dei cittadini". Così il premier Silvio Berlusconi, in un messaggio ai Promotori della Libertà, difende la riforma della giustizia."Il grande Alexis de Toqueville diceva: 'Tra tutte le dittature la peggiore e' quella dei giudici. Ecco con questa riforma noi cercheremo di evitare che questo ci accada e voi dovete darci una mano per spiegarlo a tutti gli italiani".(ansa.it)

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